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Lonely Betty, Joseph Incardona

recensione di lonely betty joseph incardona

Una donna centenaria e tre bambini scomparsi: Lonely Betty, un omaggio al Re dell’horror.

Eccomi oggi a parlarti di Lonely Betty, di Joseph Incardona. Si tratta di un brevissimo romanzo pubblicato non appena qualche giorno fa da NN Editore. Perché ho deciso di leggerlo? Perché è un noir decisamente sui generis e, anche se è vero che un libro non si giudica né dalla copertina né dal numero di pagine, un noir così breve non mi era ancora capitato sotto al naso. E il mio naso a suo modo importante ha captato il profumo di una storia stuzzicante, concentrata in una quantità minima di carta stampata.

Lonely Betty: la trama

Lonely Betty riporta le seguenti righe sul retro di copertina: 

“Questo libro è per chi adora il silenzio perfetto dei paesaggi innevati, per chi ha un brivido ogni volta che apre una porta su una stanza buia, per chi non ha paura di giocare con i mostri, anche quelli sacri, e per chi ha capito che il disegno del destino è scritto nelle strane incongruenze di ogni giorno.”

Credo che non si debba aggiungere altro, poiché esse descrivono compiutamente l’atmosfera di Durham, piccola cittadina del Maine, sommersa dalla neve nei giorni di Natale. La neve, in realtà, non è un fatto in sé molto importante per Durham, più che altro è seccante. Sembra più interessante che Betty Holmes, ormai muta da tanto tempo, compia ben cento anni proprio nel giorno di nascita di Gesù-Cristo-Nostro-Signore. A rendere più frenetica la vigilia di Natale del vice sindaco Sarah Marcupanni e dell’ex tenente John Markham ci pensa “lonely” Betty, in occasione dei festeggiamenti del suo centesimo genetliaco. Ella riprende a parlare e lascia intendere di sapere qualcosa di importantissimo riguardo al caso irrisolto della scomparsa dei fratelli Harrys, avvenuta diversi decenni addietro. Cosa ha da dire di tanto importante all’ex tenente Markham?

Il tributo a Stephen di Joseph Incardona in Lonely Betty

Credo che Lonely Betty sia un esperimento letterario riuscito più che discretamente. Gli elementi inquietanti del noir si mescolano con l’ironia, in un mix che ho trovato senza dubbio divertente e anche di un’intelligenza molto sottile. È probabile che gli intenti ironici vogliano riferirsi alle discussioni sui generi letterari stessi, ma non mi piace entrare in tali questioni – dovrebbero appartenere alla critica, invece diventano oggetto di discussione prediletto dei filosofi della sagra di Twitter. In Lonely Betty ho trovato esempi di un’umanità da luogo comune, ma che preferisco definire semplicemente ordinaria

Stephen King Caricature by AZRainman on Flickr

Credo che gli stereotipi vadano inseriti nel quadro propositivo dell’autore, che ha voluto rendere tributo a Stephen King. In cosa consiste la maestria del Re contemporaneo dell’horror? Nel riuscire a provocare un brivido, risvegliando paure e demoni sopiti nella nostra mente. Tutto ciò riesce perché King inserisce l’elemento orrorifico in una realtà del tutto normale. Non ci sarebbe potuto essere tributo migliore, almeno in linea di principio, che rispettare il principio di ordinarietà che lo stesso Stephen King segue, per stuzzicare audacemente il nostro immaginario con i suoi romanzi. Betty lo definisce radiotrasmittente ed è sicuramente inquietante: può Stephen entrare in contatto con un mondo popolato da mostri? Mah!

Credits: Wikipedia

Non mi reputo un’estimatrice di King, anche se ho apprezzato molto la lettura di It e la visione di Shining, che mi piacerebbe leggere. Ma forse non è colpa dello scrittore, quanto del principio di ordinarietà che vorrebbe rendere labile il confine tra il mondo reale e il mondo dei mostri, laddove il secondo non è che pura fantasia, per lo meno per me. Insomma, approccio il genere horror con lo stesso scetticismo dell’ateo che legge la Bibbia. Riferendomi esclusivamente ad autori DOC, preferisco di gran lunga il genere fantasy e la fantascienza. Ma tutto ciò riguarda il gusto personale e, che io ne dica, Stephen King resta pur sempre uno degli scrittori più apprezzati di oggi. 

Tornando a Lonely Betty, confermo la mia impressione iniziale: leggerlo è durato un attimo, ma è stato un attimo coinvolgente. È il libro che ti tiene compagnia in metropolitana, mentre vai al lavoro, o sotto all’ombrellone. Magari, per incanto, immagini la neve e ti sentirai al fresco 😉

A presto e al prossimo viaggio letterario.

 

1 commento su “Lonely Betty, Joseph Incardona”

  1. Pingback: NNEDITORE | Rassegna stampa online di Joseph Incardona – Lonely Betty

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