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Uno scià alla corte d’Europa, Kader Abdolah

recensione di uno scià alla corte d'europa

Lo scià di Persia parte per l’Europa ed è un lungo viaggio attraverso le più grandi città del Vecchio continente, in cui la rivoluzione industriale sta mutando ogni cosa.

Uno scià alla corte d’Europa, Kader Abdolah
Edizioni Iperborea
Pp. 488
Prezzo di copertina: 19,50€

Ultimo romanzo di Kader Abdolah, pubblicato in Italia da Iperborea, Uno scià alla corte d’Europa è stata una delle migliori letture dell’anno. Se la lettura è stata tanto accattivante, è stato sicuramente perché viene raccontato un viaggio. Eppure non basta questo a spiegare il fascino di questo libro, che mi ha catturata dalle prime pagine. Credo che la bellezza di questo libro consista nel suo fondamento storico e dalla capacità che possiede di far riflettere su potere, progresso e letteratura. 

Uno scià alla corta d’Europa narra del lungo viaggio che il re di Persia intraprende a fine ‘800, giungendo prima in Russia, per fare poi tappa in Germania, Belgio e Paesi Bassi, infine in Gran Bretagna e Francia. Lo scià incontra i regnanti europei, fa visita a personaggi illustri – scienziati, medici, artisti e scrittori – e scopre che l’Europa sta raggiungendo un progresso tecnologico senza pari nel mondo. Il re persiano deve cambiare molte idee pregresse sul Vecchio Continente, accettarne le contraddizioni e anche riscoprire se stesso. 

Uno scià alla corte d’Europa: tra immaginazione e storia

Kader Abdolah ha mescolato insieme fatti reali e fatti di fantasia, e così ne è venuto fuori Uno scià alla corte d’Europa. L’ho trovato un libro magnetico, piacevole da leggere, essendo a metà strada tra il puro esemplare di narrativa e il documentario a carattere storico.

È normale che il pensiero volga comunque a Le mille e una notte, grazie alla struttura a cornice del racconto. È infatti un professore di origini iraniane a scoprire il diario di viaggio dello scià e a trarne spunto per scrivere una storia, un romanzo corale che si legge d’un fiato, nonostante la mole. Ogni episodio di questo straordinario viaggio è narrato in un breve hekayat e viene incluso in un grande mosaico narrativo, in cui ci si muove nel tempo con molta facilità.

Kader Abdolah trova l’occasione di mettere a confronto Oriente e Occidente nell’orizzonte storico a cui è appartenuta la prima rivoluzione industriale. Lo scià di Persia incontra lo zar di Russia, il cancelliere Bismarck, Leopoldo del Belgio e la regina Vittoria; resta profondamente colpito dalle loro vicende personali, ma anche da quanto poco potere ormai conservino sulle nazioni che governano.

L’Europa che sta attraversando il re persiano è ben diversa da quella conosciuta dalla letteratura francese. È un continente in cui il progresso tecnologico sta trasformando radicalmente la vita delle persone e i rapporti di forza.

Il fatto più inquietante, che non sfugge allo scià, è che le nazioni europee si armano, producono navi rompighiaccio e centinaia di cannoni ogni anno. Il re persiano sa che ben presto le armi verranno utilizzate – e così sarà, perché non passeranno pochi anni allo scoppio della Grande Guerra.

Lo scià prova emozioni contrastanti: sempre vittima della paura di essere tradito dai suoi uomini, e anche dalle sue donne, riesce a esprimere la propria autorità quasi esclusivamente con la forza; di fronte agli aspetti più all’avanguardia dell’Europa, si sente piccolo e umiliato; mostra entusiasmo di fronte alle novità culturali che lo affascinano e grande sensibilità, quando le persone gli confidano segreti e timori. Consapevole di essere il re di un paese arretrato, comprende che la modernità non arresta il suo corso. Ciò non dissipa le sue angosce, anzi, ma lo rende ancora più convinto che è la scrittura a salvarlo, ogni giorno.

Attraverso la sintesi di realtà e fantasia, Kader Abdolah ci fa fare i conti con i paradossi della storia. Con i riferimenti espliciti ai fatti più drammatici accaduti negli ultimi anni – dagli attentati terroristici di Parigi alla fuga dei siriani dai bombardamenti -, l’autore iraniano mette anche l’Oriente e l’Occidente di oggi l’uno di fronte all’altro. Vediamo, così, due mondi diversi, colpiti dalla stessa egoistica malattia: il potere. Di fronte a ciò, la risposta della letteratura è una sola: scrivere per ricordare, scrivere per inventare

A presto!

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