Un titolo breve, forte e diretto: Gun Love. L’ultimo romanzo di Jennifer Clement catapulta in una realtà rude e controversa, nei cui confini il coraggio al femminile si prende lo spazio della rivincita.
Finalmente riesco a parlarti di un’uscita del 2019: Gun Love, di Jennifer Clement (Bompiani). Il desiderio di leggere questo libro proviene da una precedente lettura di un romanzo della stessa autrice. Il libro in questione è Le ragazze rubate e la storia s’ispira a vicende realmente accadute nel Messico odierno.
Il mio amore per l’America Latina è così grande che mi è difficile retrocedere anche davanti ai fatti più incredibili e drammatici, che rendono tanto complessa questa parte di mondo.
La vicenda di Gun Love si consuma in Florida. Il Messico è solo l’avvenire, il punto di inizio di una nuova vita, il portone che si apre quando una porta viene definitivamente (e tragicamente) chiusa.
Gun Love, Jennifer Clement
Gun Love è la storia di Pearl e di sua madre, che abitano sole in un campo per roulotte, nella loro auto. Non hanno una casa, ma solo quell’automobile che funge da camera da letto, cucina, studio. Circondate da persone tutte a loro modo bizzarre, le due vivono della propria routine, di ricordi e immaginazioni.
Proveniente da una ricca famiglia borghese americana e rimasta incinta a soli 14 anni, la madre di Pearl scappa di casa portando con sé oggetti, ceramiche e cimeli di famiglia, gettandosi alle spalle un’infanzia di profonda solitudine. Ancora molto giovane, sensibile e propensa all’amore, si innamora della persona sbagliata. Di conseguenza, anche la quotidianità di Pearl muta e la ragazza si trova ingenuamente, ma consapevolmente, immischiata nel traffico d’armi tra Florida e Messico. Quando la situazione precipita, la vita della ragazza ha una svolta significativa: trova l’amore e lo abbandona, trova una meta da raggiungere, il Messico, e inizia una nuova vita aperta a ogni possibilità.
USA, Messico e la passione per le armi
Che i rapporti tra Stati Uniti e Messico siano singolari è cosa risaputa. È conosciuta anche la passione degli uni e degli altri per le armi. È un amore così grande che, ancora oggi, negli USA procurarsi una pistola è una cosa molto semplice e avere il coraggio di sparare lo è ancora di più.
Gun Love è un romanzo in senso proprio e, in quanto tale, non fa cronaca. Le ragazze rubate era un libro diverso, in cui la terribile storia delle ragazze rapite dai cartelli della droga era stata solo risistemata, alla scopo di creare un romanzo. Ma dietro l’invenzione narrativa c’erano le testimonianze reali di fatti accaduti.
Il traffico d’armi non è un’invenzione, certo, ma la storia di Pearl è di immaginazione. Mi aspettavo un libro che mi avrebbe portata fin da subito al di là del confine, invece sono rimasta, quasi fino alla fine, al di qua, negli USA. Non mi è dispiaciuto, in ogni caso.
Gun Love procede con molta gradualità, si legge nel piacere di “ascoltare” una voce che a tratti mi ha ricordato la mia carissima Isabel Allende. Sangue latino scorre nelle vene di Jennifer Clement, che ha studiato a New York e in Europa, ma è pur sempre cresciuta a Città del Messico. E il calore nella narrazione si sente: evidenzia un problema (sociale, importante), ma lo mette sullo sfondo e dà invece risalto alle emozioni prorompenti, alle sensazioni latenti, all’empatia dei personaggi. Infine, concede spazio non tanto alla speranza (ai miei occhi, la speranza esiste solo nella dimensione dell’esperienza religiosa, perché è fiducia in un qualcosa che è al di fuori dell’umano), ma al coraggio e all’intraprendenza umane – in questo caso, prettamente femminili.
Per me, il prossimo passo è procurarmi gli altri libri dell’autrice messicano-statunitense. Ti ho incuriosito? Spero di sì. A presto,
Bruna
