Visit Italy lancia il nuovo spot Italia, bellezza da condividere, con il supporto dei visitatori. Ma lo spot fa emozionare davvero?
Ho guardato lo spot, ovviamente, e più volte. Purtroppo sono giunta a una conclusione: lo spot non è così emozionante o, comunque, non abbastanza. L’Italia va verso il turismo esperienziale e sostenibile, che comprende e non si limita alla visita al museo e al tour in gondola, ma va sempre più prediligendo il contatto diretto con la realtà del Paese.
Italia, bellezza da condividere: il nuovo spot di Visit Italy che fa(rebbe) emozionare il mondo
Il discorso è molto complesso, ma comunque riguarda il modo di fare promozione di una destinazione turistica e veicolare la brand reputation.
Sono anni che ormai il mantra è questo: bisogna fare emozionare le persone, togliere loro il fiato.
Mettiamo che riusciamo ad emozionare così tanto il pubblico, poi chiediamoci se, dopo aver fatto provare una così intensa emozione, le persone hanno organizzato un viaggio sul serio.
Lo scopo di uno spot pubblicitario è questo: farmi desiderare intensamente di vivere un’esperienza o un insieme di esperienze in un luogo qualsiasi di questo mondo. Il desiderio si realizzerà nella prossima estate oppure l’anno prossimo, magari tra diversi anni e non possiamo prevederlo con esattezza.
Ho guardato lo spot, più volte come ho già detto, e ho cercato di mettermi nei panni di chi sa poco e niente dell’Italia (quindi del turista internazionale, il quale è parecchio ignorante). Poi ho cercato anche di mettermi nei panni degli italiani stessi (lo spot è in due lingue), in quanto non si può dare per scontato che un italiano conosca bene il suo Paese.
Per farla breve:
1. lo spot è brutto? No, non direi.
2. fa venire voglia di girare l’Italia? Nì – dipende dal target.
3. fa davvero venire voglia di condividere tutta questa bellezza? Certo, perché ormai siamo tutti egocentrici ostentatori, ma solo per questo.
Lo spot è sicuramente bello da vedere – non discuto gli aspetti tecnici, perché non mi competono -, ma è poco informativo, limita le esperienze e le destinazioni alle solite note, pretenderebbe che ci comportassimo tutti da influencer su Instagram. A suo modo, è vecchio stile: vuole dire che l’Italia è il paese più bello del mondo – guarda quanto è bello il Vesuvio e come è sfizioso andare in gondola. Peccato che non siamo tutti Heidi Klum.
È sempre la stessa storia, una storia che trascura cosa può darti il contatto con le persone, la conoscenza delle culture e delle tradizioni locali, cosa significa mangiare e bere l’Italia, nonché camminare su altri sentieri, quelli meno affollati e più sostenibili.
Insomma, di fatto il modo di comunicare il Bel Paese s’è solo arricchito del sensazionalismo di cui dobbiamo ringraziare, ancora una volta, le (noiose) derive di Instagram.
Riassumendo, lo spot:
- non è informativo;
- mostra destinazioni che sono sempre le stesse;
- le esperienze da fare, pure, sono sempre le solite;
- quello mostrato non è turismo esperienziale;
- gli influencer non sono (più) credibili.
Italia, bellezza da condividere: e l’esprerienza?
Guardando attentamente lo spot, puoi notare che le immagini e i video sono stati realizzati dalle persone. Ma chi sono queste persone?
Alcuni influencer in ambito fotografico e travel (Your Passport, Luigi Chiurchi e altri), addirittura Heidi Klum. Be’, andiamo, chi è che non può andare in barca al largo dei Faraglioni di Capri come Heidi? Chi, in viaggio, non sta lì a perdere tempo in accappatoio, sorseggiando il caffè? Tutto rego(lare)!
No, tutto assolutamente non normale. Ormai lo sappiamo che gli influencer hanno collaborazioni che permettono loro di essere ospitati anche da strutture di lusso a costo 0. Ma chi altri dovrà venire in Italia, se non persone paganti, quindi tutt’altro che influenti? La novità della condivisione sarebbe stata quella di condividere davvero le foto di persone qualunque, altrimenti è tutto poco credibile.
La scelta delle mete è abbastanza ovvia, ma forse sarebbe stato difficile fare altrimenti. Mettere assieme, in un video che dura 1 minuto, sia le destinazioni più note e le meno note non è di certo facile. Tuttavia, le esperienze mostrate sono piuttosto usuali: il caffè bevuto ammirando il panorama di Napoli, il giretto in gondola, le foto divertenti ai piedi della Torre di Pisa. Possiamo definire inedita l’attenzione rivolta alla Scala dei Turchi e all’infiorata di Noto in Sicilia, questo è da dire.
In tutto quel che viene mostrato non c’è nulla di sbagliato, ci mancherebbe. L’Italia è fatta di patrimonio artistico e paesaggistico che va e deve sempre essere promosso. Inoltre, è del tutto comprensibile che un turista abbia voglia di fare un giro in gondola. Vedo però la mancanza di un riferimento esplicito al vero turismo esperienziale.
Lo stiamo dicendo da un po’: le persone vogliono vivere il contatto diretto con le persone, le tradizioni, la cultura di un paese in modo diverso.
Per farla breve, lo spot mi sembra qualcosa di già visto, non adatto alle esigenze di un pubblico che ormai cerca qualcosa di più nell’esperienza di viaggio. Vedo tutto l’orgoglio che non abbiamo (ne dobbiamo avere) vergogna di manifestare per il nostro Bel Paese, ma questo orgoglio può bastare? Segnalando che lo spot è stato lanciato prima che entrassimo in emergenza, può bastare per promuovere l’Italia dopo il nuovo coronavirus?
È chiaro ed evidente che bisogna riformulare il modo di comunicare l’Italia come destinazione turistica, ricordando che il panorama delle esperienze che i visitatori desiderano vivere si sta sempre più allargando.
A presto,
Bruna Athena
Il tuo punto di vista è assolutamente condivisibile, però ho trovato contestualmente intelligente l’idea di usare ig con un hashtag per promuovere l’Italia: ormai la miglior promozione turistica si fa sui social e spetta proprio a noi utenti farci promotore. Nel mio piccolo ho messo due foto di Napoli 😛
Grazie! Voglio portare avanti questa iniziativa.