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UX writing. Micro testi, macro impatto, Serena Giust

UX writing, Serena Giust

Prosegue la mia formazione introduttiva a un ramo specifico del copywriting: l’ux writing. Così, ho deciso di leggere uno dei primi testi specialistici pubblicati in Italia da chi è del mestiere: UX writing. Micro testi, macro impatto, di Serena Giust.

Ho raccolto in questo articolo qualche considerazione sul libro.

UX writing. Micro testi, macro impatto

Qualche settimana ti ho parlato di un altro manuale, più orientato all’UX design, che ho trovato molto interessante. Mi ha introdotto al discorso sulla user experience, creando un ponte tra strategie di marketing e progettazione. Il libro di Serena Giust, invece, si sofferma sulle caratteristiche che i micro testi devono possedere per essere efficaci.

Cosa fa l’ux writer? Quando un testo scritto è davvero efficace?

Il designer getta le basi del progetto, ne costruisce la struttura; l’esperto di user interface ne crea l’assetto grafico, fa funzionare le cose; l’ux writer ha il compito di progettare e redigere i testi che guidano l’utente nella sua esperienza del prodotto – landing page, app, ecc.

Mi sembra anche superfluo dirlo: dall’inizio alla fine, la user experience viene progettata per realizzare un obiettivo: incremento di brand reputation e vendite.

Un testo è efficace, quindi, quando accompagna ogni persona nel suo journey, conducendola passo passo verso la meta stabilita in fase preliminare.

L’ux writer, dunque, è una figura professionale che in genere affianca l’ux/ui designer nella creazione del prodotto – talvolta, non so bene con quale frequenza, designer e writer sono la stessa persona. Tutto ciò è ben spiegato nel libro UX writing. Micro testi, macro impatto: la lunghezza del testo scritto non conta o, per meglio dire, conta quanto risulta efficace nella sua brevità.

Perché leggere UX writing, di Serena Giust

La ragione fondamentale per leggere UX writing. Micro testi, macro impatto è la seguente: puoi iniziare a capire qual è lo spazio in cui si muove l’ux writer.

L’ux writing non è qualcosa di diverso dal copywriting. Ne è una specializzazione, in quanto l’ux writer scrive in ogni caso per vendere. Tuttavia, è un professionista della scrittura che ha maggiore familiarità con testi brevi, prescrittivi e che assistono gli utenti. Per dirla in termini espliciti, il suo compito non è quello di scrivere blog post o sales letter.

Tant’è, nel libro di Serena Giust leggiamo di form d’iscrizione, call to action, messaggi di conferma, chatbot e così via. Sono queste le forme di testo in cui si cimenta l’ux writer.

A ben vedere, non è che sentiamo parlare dei suddetti microcopy solo ora che di user experience si parla con una certa frequenza. Di certo sarà capitato a molti web copywriter – me compresa – di dover lavorare su testi brevi. Tuttavia, affinché ciò possa intendersi come ux writing, è necessario sapere che la user esxperience è un progetto complesso e integrato, fondato su massicce ricerche e sulla creazione, puntuale, di user persona.

Non ci si può seriamente dedicare all’ux writing senza conoscere almeno i principi fondamentali dell’ux design.

Questa è la mia impressione: all’inizio era una percezione vaga, dopo questa seconda lettura a tema me ne sono convinta. Per di più, è impossibile comprendere l’importanza e la difficoltà di ideare microcopy senza averne fatto esperienza diretta, in un vero e proprio contesto orientato alla user experience.

Il libro di Serena Giust cita le diverse tipologie di microcopy e ne mostra molti esempi, ma è insufficiente per passare dalla teoria alla pratica. Se non hai davanti agli occhi le basi del progetto, se non hai la possibilità di fare dei test, ciò che scrivi va bene per tutti e per nessuno. Intendo dire che è difficile esercitarsi davvero, dopo aver semplicemente letto il libro. È chiaro che il testo non possiede la pretesa di essere un manuale di esercitazione vero e proprio, per cui non posso dire che disattenda le aspettative.

Va letto, però, come un’introduzione teorica alla disciplina. Completare questa introduzione con la conoscenza dei principi fondamentali di ux design sarebbe l’ideale, dal mio punto di vista. A presto,

Bruna Athena

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