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Visita alla Certosa di San Martino

Certosa di San Martino

La Certosa di San Martino di Napoli domina la città dalla collina vomerese. Per chi sta “giù” – almeno per me – costituisce una sorta di punto fermo: insieme a Castel Sant’Elmo, è un po’ come il Vesuvio, perché si vede quasi ovunque tu sia.

La mia ultima visita alla Certosa e al Museo di San Martino risale al maggio 2021. Conto di tornarci, per visitare anche ciò che non mi è stato possibile vedere – non per mia volontà. Intanto, se non la conosci affatto, ti invito a proseguire la lettura di questo blog post 😉

La Certosa e il museo

Come dicevo, la Certosa di San Martino svetta sulla cima della collina del Vomero. Il complesso barocco è di bellezza ineffabile, eppure l’impianto originario è gotico: fu fondato nel Trecento. Nel corso dei secoli è stata rimaneggiata e grazie agli interventi di diversi architetti, tra cui anche Cosimo Fanzago, ha assunto l’aspetto attuale.

Nell’Ottocento ha smesso di essere, a tutti gli effetti, un centro di monaci certosini ed è diventata Museo Nazionale.

Certosa di San Martino: chiostro

Allo stato attuale, e come quasi sempre c’è da aspettarsi a Napoli (su questo sono sempre chiara), la gestione del sito è perfettibile e a tratti opinabile.

Certosa di San Martino: chiesa principale

Ad esempio, io non ho fatto in tempo a visitare il Quarto del Priore, uno degli ambienti che più ero interessata a visitare. E s’intende, ora, cos’è che mi riprometto di fare appena possibile!

Pagina Instagram del Museo di San Martino

[“Signurì, tornate domani mattina. Potete venire domani mattina? Sicuramente quelli dell’associazione ci sono e potete visitare il Quarto del Priore! Oggi sono andati via un po’ prima delle 5.”]

Però, con mio sommo diletto, gran parte degli altri ambienti che desideravo vedere era fruibile. Mi riferisco a:

  • la sezione delle carrozze reali del Museo;
  • il chiostro grande del Dosio;
  • la chiesa principale.

Il Museo Nazionale di San Martino è nato con l’intenzione di raccontare Napoli dai Borbone al post Unità d’Italia. Comprende collezioni e reperti di vario genere: le carrozze reali, una sezione navale, una sezione presepiale, opere d’arte dell’Opera certosina, stampe e immagini della città.

Museo Nazionale di San Martino: sala carrozze reali

Non sono particolarmente amante delle collezioni d’arte religiosa, e nemmeno dei presepi, ma mi attirano molto le carrozze. Infatti, vorrei ricordare la mia delusione quando ho visitato Villa Pignatelli e proprio la sala delle carrozze era interdetta al pubblico!

San Martino: collezione presepiale

Be’, bisogna dire che il presepe Cuciniello è notevole (e pure molto famoso, a quanto pare). Parte della sua realizzazione, che comprende oltre 800 pastori, risale al Settecento. Ok, ma a me il presepe continua a non piacere – ogni volta che lo dico, un napoletano muore, con somma gioia della Lega Nord.

Veniamo alla chiesa principale che è una gioiello barocco che credo possa far impallidire, a Napoli, solo quella meraviglia che va sotto il nome di Donnaregina Nuova.

Chiesa principale, Certo di San Martino

Gli affreschi incantano, ma sono i marmi policromi a mandarmi in pappa il cervello e a bruciarmi i giga di memoria su qualsiasi dispositivo utile per fotografarli. Qui bisogno trascorrere molto tempo per osservare.

Chiesa di San Martino

Però, e ammetto che ora diventa più complicato ritrovarsi in questa situazione, sarebbe doveroso anche passare qualche minuto in silenzio e ascolto nel chiostro grande del Dosio.

Certosa di San Martino: chiostro del Dosio

Sono stata fortunata, perché a maggio c’erano state le prime aperture dei siti museali: ho passeggiato completamente da sola nel chiostro, dove non c’era che il vento a “parlarmi”. Ho fatto pure amicizia con una “capuzzella”, che ho battezzato Joe – forse così pelata mi ricordava Bastianich?

Chiostro del Dosio, dettagli

Quello è stato un momento sublime. C’è poco da fare storie: belle le riaperture e le riprese, ma vuoi mettere la totale disponibilità di un luogo in cui puoi trascorrere tutto il tempo che vuoi, senza fretta? Ho visitato, in una condizione del tutto similare, anche il Palazzo Reale di Napoli. Te ne parlerò tra qualche tempo.

Adesso veniamo adesso alle cose pratiche.

Certosa di San Martino: biglietti e orari

Attualmente, la prenotazione dei biglietti è facoltativa ed effettuabile sul portale CoopCulture. Il biglietto intero costa 6€, mentre il ridotto 2€.

Il sito è chiuso il mercoledì. Dal lunedì alla domenica è aperto dalle 8:30 alle 17, e la biglietteria chiude alle 16. Gli ambienti non sono tutti accessibili, poiché sono in corso interventi per la messa in sicurezza. Ragion per cui, prima di recarti in loco, consulta il sito web per essere sempre aggiornato sulle novità.

Come arrivare alla Certosa di San Martino

Raggiungere la Certosa di San Martino è piuttosto semplice. Con il trasporto pubblico, le alternative sono due:

  • metropolitana linea 1 direzione Piscinola, fermata Piazza Vanvitelli e percorso a piedi oppure tratto con navetta V1 da Via Bernini;
  • metropolitana linea 2 direzione Pozzuoli, fermata Montesanto, funicolare di Montesanto fino a Morghen e breve tratto a piedi.

Per quel che mi riguarda, la Certosa è un sito di Napoli da visitare. Intendo dire che è proprio uno di quelli che consiglio, senza se e senza ma. E lo dico anche in considerazione delle mancanze della gestione. Inoltre, c’è poco da aggiungere, il panorama da San Martino è tanta, tantissima bella roba – si vede anche il tetto della mia amatissima Santa Chiara e, ma tu non lo puoi sapere, intravedo perfino casa mia!

A presto,

Bruna Athena

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