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Come scrivere un blog post: creare la struttura

La struttura di un blog post costituisce l’intelaiatura del tuo discorso scritto.

Se la struttura è ben concepita, allora gli articoli si scrivono più facilmente, si leggono con piacere e tornano utili a chi li consulta. Be’, diciamo che così dovrebbe essere, in linea di principio. Ciò che conta è che la struttura sia ben chiara prima di metter mano alla vera e propria redazione del blog post.

Ti spiego come prepararla.

Come scrivere un blog post: la struttura

Ogni blog post va redatto dopo aver messo su una giuda, che ne definisce la struttura. La struttura ha a che fare sia con lo sviluppo logico del contenuto, ma anche con il suo design, l’aspetto che conserva sulla pagina.

Tanto è inutile che facciamo chiacchiere: forma e contenuto si integrano. In ambito digitale, ciò è ancora più strettamente necessario.

Per questa ragione, non torno su un punto fondamentale: la divisione in paragrafi. Più che altro, intendo definitivamente come data.

Che sia messo agli atti: per me, articoli scritti senza paragrafi, senza grassetti e senza punti e a capo sono una roba indecente che non leggerei mai – sempre che non spieghino come trovare la pietra filosofale e guadagnare la vita eterna, senza messe e rosari.

È dato per assodato, quindi, che nel momento in cui devo costruire l’intelaiatura di un blog post, so che devo integrare le parole scritte con titoletti, immagini, box e così via.

Si procede passo passo ed è un po’ come se creassi delle scatole a cui do un certo aspetto (titolo, immagini) e che, poi, riempio di oggetti scelti (le parole che spiegano, raccontano, mantengono quella famigerata promessa proferita nel titolo).

A grandi linee, ecco i vari passaggi da seguire:

  1. fare la ricerca di parole chiave e domande del pubblico;
  2. tradurre le ricerche in titolo, titoletti e linee guida per redigere il testo;
  3. scegliere le immagini di corredo all’articolo;
  4. scrivere;
  5. revisionare.

Completati i 5 passaggi sopraindicati, allora si può procedere alla pubblicazione del blog post. Questo è un protocollo da seguire, punto per punto. Salti un punto? Il programma non gira, sorry!

Ricerca delle parole chiave e domande del pubblico

“Ah, ma a me non importa niente della SEO!”

Ti rivelo una cosa che so che potrebbe non piacerti. Se vuoi che le persone ti leggano, devi essere attraente. Per essere attraente, devi scrivere dei titoli che stimolino la curiosità e un testo che accompagni il lettore fino alla fine del pezzo.

Per concludere, se il tuo obiettivo è vendere o promuoverti come professionista, allora non potrai fare a meno di quel tocco di persuasione che siamo tanto bravi a definire, oggi, emozionalità.

A dispetto di quanto si possa credere, l’attenzione per le parole chiave non deve essere tale solo perché dobbiamo piacere a Google.

Quando ti dicono: “Scrivi per le persone!”, intendono comunque affermare che dobbiamo sfruttare una sorta di capacità empatica e immaginare cosa vorrebbero leggere i lettori e piazzare dritto dritto ciò che vogliono sotto i loro occhi.

Ecco perché ti serve individuare le parole chiave (informazionali, commerciali, navigazionali a seconda dei casi) e scovare tutte le domande, più o meno esplicite, che le persone pongono al motore di ricerca. I

n tal caso, possono tornarti aiutarti strumenti come

  • SeoZoom, SEMRush, Ubersuggest;
  • Answer The Public, Answer Socrates, Google Suggest
  • infine, la sezione Le persone hanno chiesto anche – a quest’ultima, ho accennato anche in un mio articolo recente su come scrivere un blog post che funziona.

C’è da fare poco i radical chic. Il rischio è cantarsela e suonarsela da soli. E ciò potrebbe anche essere una tua libertà, tutto sommato, ma bisogna ammettere che non si sposa con eventuali obiettivi di notorietà e autorevolezza.

Affinché questo ragionamento non sembri a suo modo retorico, ti faccio un esempio molto banale. Anzi, ti porgo una domanda e ti prego di dare una risposta onesta.

Se tu stessi per partire per Mantova, cosa saresti più propenso a leggere? Opzione A: “Passeggiate mantovane”; opzione B: “Cosa vedere a Mantova durante un fine settimana”.

La risposta è la B. Se stai davvero per partire, a te serve ciò che è contenuto nel titolo B. Magari leggeresti anche il titolo A, ma sarebbe molto meno influente come lettura: non ti darebbe nessuna informazione pratica in più, forse potrebbe farti venire una certa voglia di Mantova, ma poi dobbiamo vedere se mai si andrà.

[Lo so, tu che stai leggendo e non sei un pivello hai pensato a una cosa: customer journey. Sei il primo della classe, ma ora devo dare la precedenza a chi sta più indietro. Però ci ritorneremo, sul customer journey. Promesso!]

Quando sai quale keyword principale utilizzare e quali sono le domande più frequenti dei lettori, puoi sfruttarli per definire titoli e titoletti.

Titolo e titoletti

Do per assunto che anche il titolo del blog post “abbracci” una keyword principale che, no, non devi scrivere per forza come se fossi un robot – “Sciogliere calcare aceto.”

Le keyword secondarie e le domande degli utenti, però, definiscono i vari punti da sviluppare. Come e dove? Nei paragrafi, titolati con gli h2 e gli h3, e per approfondire varie questioni di interesse per i lettori.

Proviamo a fare una simulazione. Immaginiamo di dover scrivere un blog post su ricette con la zucca.

Ricerche per “ricette con la zucca” estrapolate da Ubersuggest

Come puoi vedere da Ubersuggest, la keyword è molto ricercata in media. Dando un’occhiata alle ricerche correlate sia su Ubersuggest sia su Google stesso, ti puoi rendere conto dei diversi modi di declinare il tema.

Suggerimenti di Google per “ricette con la zucca”

Suggerisco di concentrarci sulla ricette con la zucca al forno. In questo modo, non ti perdi nell’oceano di risultati di ricerca di una query molto cercata, ma anche molto generica.

Suggerimenti per la keyword “ricette con la zucca al forno”

Adesso dobbiamo fare un’altra operazione. Guardiamo la sezione Le persone hanno chiesto anche. Mettiamo a confronto i risultati per due ricerche: “ricette con la zucca” e “ricette con la zucca al forno”.

Le persone hanno chiesto anche per “ricette con la zucca”

Come puoi vedere, ci sono delle domande che, in entrambi i casi, riguardano le qualità dell’ortaggio, come conservarlo, come integrarlo con la dieta e via dicendo.

Le persone hanno chiesto anche per “ricette con la zucca al forno”

Estrapoliamo le domande che possono tornarci più utili per arricchire e rendere utile l’articolo. A questo punto, non resta che mettere un po’ di sale nella nostra, di zucca: scriviamo i titoletti dei paragrafi. Questa potrebbe essere una possibile struttura:

  • H1/ Titolo: 10 ricette con la zucca al forno
  • h2/paragrafo 1: Zucca la forno, con cosa mangiarla?
  • h3/sottoparagrafi: Zucca al forno con le patate, Zucca al forno con pangrattato, Zucca al forno gratinata e così via

In questo modo, hai delle linee guida. E sai a cosa ti servono le domande della sezione Le persone hanno chiesto anche? Se proprio non riesci a trovare il modo di integrare le domande nei titoletti, esse possono comunque suggerirti cosa scrivere nei paragrafi – Google intercetta la risposta alla domanda, eheh!

Per esempio, nelle ricerche compaiono le domande:

  • Come abbinare la zucca (quando si è) a dieta?
  • Quante calorie ha la zucca cotta al forno?
  • A cosa fa bene la zucca?
  • Cosa abbinare alla zucca (nella) dieta?

In queste domande c’è quasi tutto quel che devi scrivere!

Nell’introduzione dell’articolo, puoi parlare delle qualità della zucca, così da intercettare la domanda: “A cosa fa bene la zucca?” Le altre domande possono trovare risposta nel primo paragrafo, in cui introduci i possibili abbinamenti per le diverse ricette da preparare al forno.

Come vedi, un argomento di grande interesse è l’integrazione della zucca con la dieta, per cui il mio consiglio è orientarsi sulle varianti “light” delle preparazioni.

A questo punto, non devi fare altro che scrivere, ma ti suggerisco di portare a termine un’altra operazione preliminare, per ragioni pratiche.

Le immagini

Poiché lavoro molto in ambito turistico, dove le immagini non sono né un optional né solo un modo per rendere la pagina più leggibile, so bene che la scelta e l’editing delle immagini, nonché il loro inserimento nell’articolo, richiede un bel po’ di tempo.

Per andare più speditamente, ti conviene decidere quali e quante immagini utilizzare nell’articolo subito dopo averne definito la struttura e quando ti è chiaro cosa scrivere. A questo punto del lavoro, infatti, dovresti perfino essere in grado di fare una scaletta dei contenuti.

Considerando l’esempio fatto sopra, avrai grossomodo bisogno delle seguenti immagini:

  • un’immagine di anteprima;
  • un’immagine nel primo paragrafo;
  • un’immagine per ogni ricetta o, quanto meno, per una parte di esse.

In questo caso, dovrai inserire almeno 7 o 8 immagini.

Tuttavia, ci possono essere casi in cui tu debba inserirne di più, sia per ragioni di completezza sia per la leggibilità del testo. Ricorda, infatti, che gran parte delle persone legge ormai da smartphone e 3 righe di testo da un qualsiasi laptop Windows corrispondono a un piccolo muro di parole su dispositivo mobile.

Scrivere e revisionare

E cosa vuoi che ti dica qui? Scrivi! Già sai come devi orientarti, a livello di messaggi da veicolare.

Ormai non mi resta che tirare in ballo la chiarezza: scrivi in modo semplice. Scrivere in modo semplice può rappresentare una grande sfida, lo so bene. Però è doveroso, soprattutto quando l’argomento da trattare è piuttosto nazionalpopolare, come lo è la gastronomia. Talvolta, basta rispettare due principi molto basilari:

  • la combinazione soggetto+verbo+complemento oggetto, che non ha mai ucciso nessuno, nemmeno i premi Nobel per la letteratura;
  • se hai a disposizione due sinonimi, scegli la parola di uso più comune.

Per quel che riguarda la questione del lessico, mi va di spendere una parolina per tranquillizzarti.

Non per forza dovrai utilizzare un lessico banale, in ogni contesto. Lo ripeto, perché sia chiaro: le scelte lessicali dipendono dagli argomenti trattati e dal target a cui sono indirizzati.

Se dovessi scrivere un blog post per diffondere la filosofia di Immanuel Kant, dovresti chiederti: scrivo per gli studenti di scuola o scrivo per i laureati in Filosofia? E devi dartela una risposta! Perché in un caso dovresti scrivere “a pane e peperoni” e nell’altro avresti la piena libertà di usare i termini tecnici più astrusi. Està claro?

Detto questo, scritto tutto, non ti resta che rileggere (ad alta voce) inserire i grassetti, eventuali corsivi, elenchi puntati là dove possono essere utili e visionare l’anteprima di pubblicazione.

MAI mandare online un pezzo senza aver visionato l’anteprima, perché:

  • bisogna verificare che il testo sia ben formattato;
  • che funzioni la table of content;
  • che le immagini siano ben integrate nel testo;
  • che non ci siano “muri” di parole – nel caso, si devono smantellare.

Concludo, diversamente dalle altre volte, con una domanda: ritornando al paragrafo su titolo e titoletti, per caso ti sei reso conto che avrei potuto scrivere più articoli, solo analizzando le stesse ricerche effettuate su due keyword?

Se la risposta è sì, mi fa piacere; se la risposta è no, mi fa ancora più piacere: vuol dire che sarà necessario leggere il prossimo blog post 😉

A presto,

Bruna Athena

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