Perché aprire un blog oggi? Ci sono i social network, vale la pena fare più fatica e creare un blog personale o addirittura aziendale? La domanda è lecita. In estrema sintesi la mia risposta è la seguente:
Il blog è il migliore strumento che tu possa avere a disposizione per fare personal branding, affermarti come autorità nel tuo ambito di interesse e poggiare il tuo successo su basi più solide.
Ho parlato volutamente in “dialetto markettaro”, e non mi stupisco se così rispondendo è un po’ come se avessi detto tutto e niente. Mi spiego meglio.
Gli argomenti dell’articolo
Lo dico sempre e a chiunque intavoli con me la questione: aprire un blog è semplice, gestirlo è molto impegnativo.
Il blog è un investimento a lungo termine, perché bisogna fare tanto oggi per vedere risultati tra tre, sei, dodici mesi o anche di più. Utilizzando i social network può accadere lo stesso, ma le dinamiche specifiche dei social ti fanno ottenere buoni riscontri anche in minor tempo, se hai capito cosa e come pubblicare.
A scanso di molti equivoci: anche gestire bene un solo profilo social è molto impegnativo e non ha molto a che vedere con un blog personale o aziendale. Accetta la dura realtà: il blog su Instagram non esiste, come non esiste su Facebook, su X, su Pinterest.
Fatte le premesse, ti faccio una domanda: hai qualcosa da dire per essere utile e/o d’ispirazione alle persone che navigano nel web? Se la risposta è sì, allora esiste una base su cui costruire qualcosa. E ne vale la pena, per le ragioni che ti illustro adesso.
Il blog è tuo
Il blog è tuooooooooo! Tra mille post puoi navigaaar, nessuno ti dirà che non lo leggeraaaan, il blog è tuo per sempreeee!
Ora che hai pensato ad Aladdin, scherzi a parte, anche Google potrebbe chiudere. Ma è una situazione decisamente improbabile. Esistono tanti altri motori di ricerca e anche uno spazio in cui è conservato il tuo sito web. Ma vorrei ricordarti come è andata a finire con il social network Google+: è morto!
Il blog è quasi tuo, perché devi utilizzare servizi per il dominio e lo spazio di hosting. Tuttavia, anche solo acquistando il dominio ottieni e preservi un’identità digitale. E al momento siamo piuttosto sicuri che Google continuerà a lavorare per tanto tempo ancora.
La stessa garanzia di preservare la tua identità non la possiedi per quel che riguarda Instagram, ad esempio. L’andamento dei social network come prodotti di un’azienda dipende molto dall’utilizzo che ne fanno gli utenti e dalle loro preferenze. Per adesso, sappiamo che le persone continuano a cercare contenuti su Google. Non sappiamo tra quattro mesi quale sarà l’andamento globale di Facebook. E tant’è.
È una questione di personal branding e autorevolezza
Per spiegarti perché il blog è utile per fare personal branding e acquisire autorevolezza, ancora una volta prendo i social network come metro di paragone.
Essere presenti sui social network significa comunicare con le persone, affermando la propria identità, e condividere con esse contenuti che riguardano ciò che fai.
Per comunicare sé stessi bastano fotografie, video, Storie. In un certo senso, non è così strettamente necessario creare un blog tematico. Tuttavia, il blog ti permette di approfondire un argomento e dare la stessa possibilità a chi ti segue.
Il pubblico dei social network è molto distratto, talvolta anche in “malafede” – hai presenti gli inutili “Wow, bella foto!” sui tuoi post di Instagram, piazzati lì solo per elemosinare un commento in cambio?
Predisporre un piano editoriale e svilupparlo, nel tempo, è un lavoro differente. Questo è il modo per portare verso di te lettori interessati, ai quali dare risposte a specifiche domande, consigli, soluzioni.
Tutto questo contribuisce alla nascita e al consolidamento di un pensiero nella mente di chi ti legge: “Aò, ma questa persona X ne capisce! Posso fidarmi. La leggerò in futuro.”
Infine, diciamoci la verità: nel blog si è più sé stessi, si definisce un tone of voice più genuino. Spesso sui social tendiamo a farci trasportare dalle tendenze, perché “su TikTok si fa così”.
A questo punto potresti farmi notare che ti risulta che sono numerosi i content creator molto seguiti e affermati sui social network, tanto da collaborare con costanza con le aziende. Ok, certo: si chiama influencer marketing. Il punto è questo: non ho detto che i social network non ti servono, ho detto che possedere anche un blog è la scelta migliore, ai fini dell’autorevolezza. Più avanti questo punto sarà più chiaro.
Ti fai trovare su Google
Ogni sito web può avere al suo interno un blog. Esso è un elemento che si integra molto bene nelle strategie per il posizionamento sul motore di ricerca del sito web.
In altre parole, il blog è molto efficace per mettere in atto azioni strategiche per farsi trovare su Google. È necessario sviluppare bene il piano editoriale, tenendo conto di due elementi: i temi da trattare e le keyword da associarvi.
Il blog serve anche ad “abitare” il motore di ricerca con contenuti rintracciabili dagli utenti che effettuano delle ricerche. Più si è capaci di ambientarsi in Google, maggiore è la possibilità di essere trovati da potenziali clienti e collaboratori.
Sotto questo aspetto, le cose sono molto più complesse di come te le ho spiegate. Posizionare un blog personale è un lavoro, posizionare un e-commerce o un sito web aziendale è un lavoro più ampio. È per questo che esistono figure specifiche, i SEO specialist, che lavorano a stretto braccio con i web copywriter 😉
Facendo un esempio, se sei una commercialista oppure un avvocato, puoi utilizzare Facebook, LinkedIn o Instagram. Di sicuro puoi proporre contenuti molto interessanti per i tuoi seguaci: dare delucidazioni sulla fiscalità e il diritto disicuro interesse per le persone circa situazioni molto comuni.
Ma perché mai dovresti perdere l’opportunità di far trovare con facilità il tuo studio su Google, anche grazie agli articoli del blog susuddette tematiche?! Forse a questo punto la risposta la conosci.
Hai il tuo portfolio
Veniamo a un aspetto tra i più interessanti della questione. Riguarda soprattutto i professionisti in erba, come lo sono stata io. Ma devo dire che riguarda anche le persone esperte. Scrivere sul tuo blog ti permette di avere un portfolio, sul quale nessuno può avere dubbi.
Infatti, spesso ci troviamo nella situazione di non poter dimostrare di aver scritto certi contenuti per il tal dei tali. Se dobbiamo mostrare di essere competenti nella scrittura digitale, allora i nostri articoli possono venirci in soccorso. E ti garantisco che ciò mi è tornato utile, all’occasione.
Conclusioni: la content strategy
L’ho anticipato: un blog non esclude affatto i social network. Anzi, la cosa migliore da fare è integrare i canali. Anche se hai un blog personale è sempre bene promuoverlo proprio grazie alla tua presenza sui social.
Tieni a mente che il blog è concepito per un pubblico mediamente più interessato, costituito da lettori e lettrici che desiderano leggere approfondimenti, e non a consumare contenuti mordi e fuggi. Con buona probabilità è proprio tra loro che troverai clienti e collaboratori. E possono arrivare a te tanto dal motore di ricerca tanto dai social.
Questo non vuol dire che senta di consigliare a tutti in modo indiscriminato di aprire un blog. Crearlo o non crearlo è comunque una decisione che dipende almeno da un fattore significativo: il budget a disposizione.
Se aziende e professionisti clienti non hanno il budget per fare blogging seriamente, è più sensato suggerire di non pensare nemmeno di creare il blog. Nel frattempo, possiamo investire le risorse in altre attività, come le campagne pubblicitarie ad esempio. Per farla breve, è bene valutare caso per caso.
Il discorso è diverso per chi si appassiona al blogging e intende crescere per passione. L’impegno è comunque tanto, ma possiamo fare ragionamenti più a cuor leggero e non farci prendere dallo sconforto se perdiamo qualche posizione sul motore di ricerca.
Spero che queste riflessioni possano tornarti utili. A presto!
Mi chiamo Bruna Picchi e sono web copywriter, content designer e social media strategist. Il Mondo di Athena è lo spazio digitale in cui condivido pensieri sulla comunicazione digitale, esperienze di viaggio e l’amore per la letteratura.
Se non scrivo, allora leggo. E se non leggo, allora scrivo.