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Dimentica il mio nome, Zerocalcare

recensione di dimentica il mio nome zerocalcare

Dimentica il mio nome, di Zerocalcare, è la prima graphic novel giunta al Premio Strega (2015). Una storia tenera, raccontata con ironia e immediatezza.

Dimentica il mio nome è arrivata al Premio Strega nel 2015 ed è forse stata quella la prima occasione in cui ho preso in considerazione le graphic novel per le mie letture. In realtà, ho acquistato questa mia prima opera di Zerocalcare diverso tempo fa e ho deciso di dedicarmici nei primi giorni di agosto: è stata una lettura che mi ha coinvolta, fatto sorridere e intenerire.

Paure e insicurezze in Dimentica il mio nome

Lo Zerocalcare protagonista dei racconti è il ragazzo trentenne di Rebibbia, teneramente legato a sua nonna Huguette. Quando la nonna viene a mancare, Zerocalcare torna con la memoria alla propria infanzia e a tutti gli episodi che lo hanno avvicinato a nonna Huguette. Scavando tra i ricordi il giovane trova dei vuoti, per così dire, informativi. Si rende conto che esistono cose di sua nonna e di sua madre che non conosce, così iniziano a venirgli in mente tante domande. Durante il funerale della nonna, la sequenza imprevista dei fatti che si susseguono porta mano mano a svelare la verità. Zerocalcare scopre di provenire da una famiglia decisamente particolare.

Dimentica il mio nome e il potere del disegno

Ho trovato Dimentica il mio nome divertente, per il modo accessibile a tutti di raccontare le paure di Zerocalcare, il rapporto con gli amici e con i membri della famiglia. Un modo semplice, non scontato; quella maniera che ti fa sorridere, perché parole, pensieri e perfino insicurezze le avverti come familiari. I rimandi al mondo del cinema e della musica li ho molto graditi, ma sopra ogni grado ho apprezzato il continuo uso dell’allegoria. Questo mi fa apprezzare anche di più le storie narrate attraverso le immagini, perché rendono anche le figure retoriche meno astratte, non solo roba da letteratoni e intellettuali. Leggendo Dimentica il mio nome ho di fatto scoperto l’acqua calda, ma le epifanie d’altro canto questo sono: rivelazioni di cose ovvie, che davi per scontato, ma che banali non sono.

La forza del disegno è immensa: la sua immediatezza ti cattura. Se il testo offre un buon servigio al disegno, leggere è come trascorrere ore intere in balia di una sorta di sindrome di Stendhal.

Ho quindi potuto apprezzare una storia a tratti surreale, già per la trama in sé per sé, grazie a un testo che dice tutto in modo autentico e ironico, ai disegni che sanno trasmettere con immediatezza le emozioni e rappresentare materialmente ciò che è astratto.

Senza usare l’antipatica espressione “….ce ne abbiamo?”, dico che di altri Zerocalcare ce ne sono e di certo Dimentica il mio nome non sarà l’ultimo. A presto,

Bruna

 

 

 

 

1 commento su “Dimentica il mio nome, Zerocalcare”

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