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Cosa vedere a Cagliari

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Finalmente ho realizzato un desiderio e ora posso raccontarti cosa vedere a Cagliari. Infatti, ho avuto occasione di visitarla poco prima di Natale. E ho ricevuto, così, solo conferme di qualcosa che, prima, avevo colto solo intuitivamente: Cagliari è una città storica di grande fascino, un fascino ancora celato agli occhi dei più.

Il Tour.Kal organizzato da Orientare in collaborazione con il Comune di Cagliari, ha dato occasione a me e ad altre blogger di conoscere e raccontare una città dalla storia lunga, articolata, affascinante.

Di cose da vedere a Cagliari ce ne sono tante, anche più di quanto immaginassi. C’è il mare, c’è il verde; c’è storia e c’è arte. Ad ora, il grosso delle persone che transitano presso l’aeroporto della città si dirige poi verso le località di mare più note del sud della Sardegna (Villasimius, Chia, Carloforte e via dicendo). Del resto, questo è ciò che ho fatto anche io, per ben due volte, prima di partecipare al Tour.Kal.

Ora posso dire com’è la Sardegna in inverno e cosa fare a Cagliari in 3 giorni circa.

Cosa vedere a Cagliari in 3 giorni

Il Tour.Kal è stato organizzato per dare risalto ad alcuni aspetti della città di Cagliari: la sua lunga storia, segnata da diverse dominazioni, tentativi di conquista e di riprendersi l’agognata indipendenza; l’arte e il paesaggio naturalistico che la circonda.

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Panorama di Cagliari sulla Sella del Diavolo, dalla Torre campanaria della Cattedrale

Già mi era nota una caratteristica della città: Cagliari è un sali e scendi. Per conoscerla almeno un po’, è impossibile non muoversi dal mare per salire fino ai quartieri più alti, quelli storici: Castello, Stampace, Villanova e Bonaria. E ciò in pochi lo sanno: la città si è sviluppata su 12 colli e non 7, come credono i più. Semplicemente, nel corso dei secoli, la città ha “divorato” i colli.

Buona parte di ciò che ti mostrerò in questo blog post è situtato nei quartieri storici che ti ho citato. Fanno eccezione la spiaggia del Poetto e il Parco del Molentargius. E ora andiamo!

Fortificazioni pisane e Bastione di Saint Remy

Iniziamo a parlare, con estrema sintesi, della storia della città a partire dalle invasioni barbariche dell’Impero Romano. Dai, non voglio fare la lezione di storia. Però devo introdurti ai monumenti storici più conosciuti di Cagliari: le Fortificazioni pisane.

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Bastione di Saint Remy

In Sardegna, dopo l’arrivo dei Vandali e dei Bizantini, l’isola si divise in 4 giudicati: Calari (a cui apparteneva Cagliari), Arborea, Torres e Gallura. Ma durante l’Alto Medioevo, la Sardegna fu a lungo contesa tra le due città marinare Pisa e Genova. La prima, almeno su Cagliari, ebbe la meglio ed è così che nacque la cittadella fortificata che oggi è il quartiere Castello. In seguito, sull’isola arrivarono i Catalani, gli Aragonesi, infine i Piemontesi.

Le fortificazioni sono state rimaneggiate nel tempo, demolite, ampliate. Le due torri attualmente esistenti e originarie del Trecento, appunto di epoca pisana, sono Torre San Pancrazio e la Torre dell’Elefante. Si tratta di torri gemelle, ottimo esempio di architettura militare. Puoi visitare la Torre dell’Elefante dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 16, al prezzo intero di € 3,00.

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Passeggiata Coperta

Il Bastione di Saint Remy è uno dei monumenti più rappresentativi di Cagliari. Collega Castello con Villanova, ma non è parte delle Fortificazioni pisane, bensì è una realizzazione ottocentesca che, in qualche modo, ingloba tre bastioni spagnoli.

Presso il Bastione si trova la Passeggiata Coperta, che oggi ospita un’esposizione di arte contemporanea, e la Galleria dello Sperone, percorso archeologico per visitare gli antichi bastioni citati poco fa.

La tariffa per visitare la Galleria e la Passeggiata Coperta, con visita guidata, è di € 6,00. Il giorno di chiusura è il lunedì, negli altri giorni sono visitabili dalle 10:00 alle 17:00

Cattedrale di Santa Maria e Torre Campanaria

Da Torre si San Pancrazio, percorrendo Via Pietro Martini, la quale è stata la via delle botteghe dei fabbri, si giunge al Palazzo Reale e, poco oltre, alla Cattedrale.

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La Cattedrale di Santa Maria, cointitolata a Santa Cecilia, si erge accanto a Palazzo di Città ed è caratteristica per la sua facciata in stile pisano. Si tratta di una sorta di falso storico, in quanto l’edificio sacro sorge su precedenti chiese. Nel tentativo di restaurarla, negli anni ’30, immaginando di riportare alla luce la facciata barocca, ci si ritrovò con un bel niente! Così, fu necessario rifarla.

Per quel che riguarda l’interno, mi hanno colpita soprattutto il mausoleo di Martino I di Sicilia e la Cripta dei Martiri.

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Dettaglio del Mausoleo a Martino I di Sicilia

La Cripta dei Martiri è un trionfo variopinto di marmi . Esiste anche in virtù di una antica disputa tra diocesi di Cagliari e diocesi di Sassari, durante la quale nelle città furono fatti scavi massicci per reperire quanti più corpi possibili di martiri. Forse barando, Cagliari ne trovò ben oltre il centinaio ed ecco il tributo a coloro che si sacrificarono in nome di Cristo: la cripta, per l’appunto.

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Cripta dei Martiri

La Torre campanaria, che grossomo ha conservato il suo aspetto originario del XIII secolo, è visitabile. Posso assicurare che farlo regala un meraviglioso panorama su Cagliari. Perderselo sarebbe davvero un peccato! Però, ti informo che le scale sono un po’ ripide, per cui è una visita adatta a chi ha piena mobilità e non ha particolari problemi né con le altezze né con gli spazi ristretti. Il biglietto per visitarla costa € 3,00, l’accesso è consentito dal lunedì al sabato, dalle 09:00 alle 13:00.

Carcere di Sant’Efisio

Benché il patrono di Cagliari sia San Saturnino, la città è particolarmente devota a Sant’Efisio. Efisio fu un soldato romano, convertitosi al cristianesimo e martirizzato durante le persecuzione di Diocleziano. Il suo culto ebbe alti e bassi, ma ritornò in auge in epoca moderna. Non a caso, nelle sue rappresentazioni ha l’aspetto di un soldato spagnolo.

Al momento della morte, Efisio avrebbe rivolto a Dio una preghiera per la buona sorte di Cagliari. E nel Seicento durante l’epidemia di peste, Cagliari fece voto al santo. Poiché la peste, un anno dopo il voto (1657), effettivamente finì, da quel tempo a Sant’Efisio sono dedicate più processioni annuali: una a gennaio, una il 1 maggio, una il Giovedì Santo e per il Lunedì in Albis. La più grande festa è quella del 1 maggio, perché commemora il voto di Cagliari per la peste. In questa occasione, la statua di Sant’Efisio è portata in processione fino a Nora, luogo in cui avvenne l’effettiva uccisione di Efisio.

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A Cagliari, al di sotto della chiesa dedicata, si trova un ipogeo conosciuto con il nome di Carcere di Sant’Efisio. Situato nel cuore di Stampace, questo è il luogo in cui Efisio fu improgionato e torturato. Infatti, la colonna della tortura c’è ed è presente anche un altare adornato di ceramiche spagnole.

Abbiamo avuto la fortuna di vedere i paramenti di Sant’Efisio per ogni processione: abito, colletto, elmo e pennacchio. L’abbiamo simpaticamente definito un santo vanitoso!

Cripta di Santa Restituta

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Altro luogo molto suggestivo, sempre ipogeo, è la Cripta di Santa Restituta. Situata a poca distanza dal carcere di Sant’Efisio, questo ambiente sottorraneo fu utilizzato fin da tempo dei Fenici e dei Romani. Divenne un luogo di culto, in particolare per le comunità cristiane fuggite dal Nord Africa invaso dai Vandali, e ospita un simulacro di Santa Restituta. Durante la Seconda Guerra Mondiale, questa cripta fu utilizzata come rifugio antiaereo, poiché godeva di un’uscita secondaria.

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Cagliari fu quasi del tutto distrutta dai bombardamenti delle forze alleate, che stabilirono strategicamente di colpire la Sardegna per depistare i nazifascisti – che di, fatto, videro poi la penetrazione del nemico in Italia dalla Sicilia. Purtroppo, il 17 febbraio 1943 le bombe centrarono la cripta e ne venne una strage. Forse è il fatto storico che mi ha più colpita e ha fatto sì che mi affascinasse più la cripta di Santa Restituta che il Carcere di Sant’Efisio – con tutto il rispetto, eh! Del resto, come restare indifferenti alle scritte sulla roccia, lasciate dalle persone rifugiate? Mi ha ricordato la visita alla Galleria Borbonica che, appunto, ritengo essere uno dei luoghi più toccanti di Napoli.

Il biglietto intero è di € 2,00 e il sito è visitabile dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 16.

I Musei Civici

Nella Cittadella dei Musei di Cagliari, situata sempre nel quartiere Castello, si trovano i maggiori musei della città. Al polo, appartiene il Museo d’Arte Siamese. A poca distanza e presso i Giardini Pubblici, c’è la Galleria Comunale d’Arte. Questi appena citati sono i due musei, visitati durante il Tour.Kal, che fanno parte del circuito dei Musei Civici, assieme al Palazzo di Città e alla Passeggiata Coperta. Anche queste sono state visite molto interessanti, perché ignoravo del tutto quali opere artistiche custodisse la città.

La Galleria Comunale d’Arte

La Galleria Comunale d’Arte è collocata all’interno di un edificio neoclassico realizzato nel 1828 sul precedente fabbricato della settecentesca Polveriera Regia Sabauda. Negli anni Trenta divenne il primo museo civico della Sardegna, grazie agli interventi del progettista Ubaldo Baldas e inaugurato ufficialmente nel 1933.

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Ritratto di Ines, Umberto Boccioni

Per fare ordine nella vasta esposizione, la Galleria comprende:

  • Collezione Ingrao: comprende una vastissima collezione di dipinti, disegni e oli di artisti del calibro di Umberto Boccioni, Mino Maccari, Giacomo Balla, Mario Mafai, Giorgio Morandi e altri;
  • Collezione Civica di Artisti Sardi: in cui spiccano le bellissime opere di Francesco Ciusa, che ho conosciuto per la prima volta in questa occasione e mi ha molto colpita;
  • Collezione Civica di Arte Contemporanea: ora Giovanni Campus e la sua mostra Tempo in processo, fino al 28 febbraio 2022.
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La madre del morto, Francesco Ciusa

Come sempre dico, quando racconto le visite ai musei d’arte, tendo sempre a segnalare ciò che più mi ha colpito di un’intera esposizione. Sono “giudizi” che non hanno la pretesa di fare critica, ma sempre e solo esprimere una preferenza personale per alcuni linguaggi. Nelle foto di ho mostrato solo una piccolissima parte di ciò che ho preferito (come Ciusa e Ferretti).

La galleria è aperta dal martedì alla domenica, dalle 10:00 alle 18:00. Il biglietto intero costa € 6,00.

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Opera impressionista di Paolo Ferretti

Museo d’Arte Siamese Stafano Cardu

Mi ha fatto felice anche la visita al Museo d’Arte Siamese. Sia perché in generale amo i cimeli orientali sia perché sapevo dell’esposizione di alcune tavole del fumettista cagliaritano Igort.

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Il museo esiste grazie ai lunghi viaggi di Stefano Cardu nell’Estremo Oriente. A Bangkok, sotto il regno di Rama V, Cardu divenne progettista e costruttore di importanti edifici per la nuova capitale: il Palazzo del Principe Chaturonratsami, il Royal Military College (1890-92) e l’Hotel l’Oriental (1890), ad esempio.

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Tavole di Igort al Museo d’Arte Siamese

La collezione è enorme, infatti raccoglie oltre mille manufatti provenienti dalla Thailandia, dalla Cambogia, dall’india, dalla Cina e dal Giappone. Solo una piccola parte di essa è esposta nel museo, a cui Cardu la donò. Cosa mi ha più attirato? Il vasellame e, naturalmente, le armi! Anche questo museo è aperto dalle 10 alle 18, dal martedì alla domenica. Il costo del biglietto intero è di € 3,00.

Santuario di Bonaria

Già abitato dai Punici e dai Romani, Bonaria è un altro dei 4 quartieri storici di Cagliari. Qui si trova il Santuario di Bonaria e una torre di fortificazione, che oggi funge da campanile. Ad onor del vero, non ci è stato possibile visitare il santuario.

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Era in corso il matrimonio del governatore della regione Sardegna, mica potevamo avvicinarci! Detto questo, il Santuario in genere ospita il Papa in visita sull’isola. Si trova nell’omonimo quartiere, costruito al di sopra di una più antica chiesa. Si tratta di un santuario poiché custodisce una statua di Maria, giunta dal mare, che solo i monaci riuscirono ad aprire, trovandola con una candela accesa. Bonaria, dunque, sta un po’ al “buon vento”, quel vento che è favore dei marinai e dei naviganti.

Parco di Monte Urpinu

Presso Monte Urpinu si trova un vasto parco urbano, un tempo appartenuto a privati (la famiglia Sanjust di Teulada). Oggi è una grande area verde, attrezzata e adatta a tutti. Soprattutto, è molto panoramica.

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In fotografia, puoi vedere la città di Cagliari, in particolare il quartiere Castello. Ma dalla parte opposta, il parco dà sul Molentargius e la Sella del Diavolo. Lungo una delle sue strade, si trova anche una statua di San Francesco. Se ne trovano altre due uguali: una Roma e una in Belgio. E è pure sulla copertina del singolo Given To Fly dei Pearl Jam 😉

Basilica di San Saturnino

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Nel quartiere Villanova si trova la Basilica di San Saturnino, patrono di Cagliari. Il complesso paleocristiano è il più antico della città e, pare, è qui che fu sepolto il santo martire. Nel corso dei secoli ha subito vari rifacimenti: nell’XI secolo fu donata ai Vittorini di Marsiglia, mentre durante il Seicento, ormai passata alla diocesi di Cagliari, fu coinvolta nella ricerca dei corpi dei martiri e in parte scomposta per ricavare materiale per la ristrutturazione della Cattedrale di Cagliari. Più di recente, durante il Novecento, è stata restaurata e, ancora adesso, si scava nell’annessa necropoli. Puoi visitarla dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 18.

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La spiaggia del Poetto

La spiagga del Poetto è la più frequentata dai cagliaritani. Si tratta di una lunga spiaggia, molto ben attrezzata, adatta a tutti e per tutto l’anno.

Non fu sempre il luogo preferito dai cittadini, che per lungo tempo le preferirono Giorgino, principalmente perché il Poetto era utilizzato per esercitazioni militari. Non a caso, sulla spiaggia si trova ciò che resta di un ospedale militare di epoca fascista. Più o meno è da quegli anni che i cittadini hanno iniziato a frequentare il Poetto. Era una spiaggia bellissima – non che ora non lo sia! -, caratterizzata da sabbia bianca.

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La Sella del Diavolo vista dal Poetto

Molti costruirono nei pressi della spiaggia i casotti, cioè dei caseggiati a cui i bagnanti si appoggiavano per trascorrere le vacanze al mare. Sfortunatamente, i casotti non godevano di alcun servizio, nemmeno i bagni, per cui la situazione igienica diventò difficile da gestire. Così, i casotti furono abbattuti. Anche la sabbia bianca è quasi del tutto sparita: il mare iniziò a “mangiarsela”, fu portata a compimento un’opera di rifacimento della striscia di sabbia, ma non con sabbia dello stesso colore. Quindi, pazienza!

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Nella foto mi vedi accanto a un bunker. Sì, esatto: anche qui ci si rifiugiava durante la guerra. Forse anche altrove si trova qualcosa di simile, ma per me si è trattato della prima occasione in cui ho trovato un bunker al mare!

Parco del Molentargius

Del Parco del Molentargius ti parlerò, qui sul blog, molto brevemente. Questo perché ho intenzione di dedicarvi un articolo a parte. Per adesso, ti do giusto qualche notizia al volo: il parco comprende le saline, quindi parte delle antiche strutture utilizzate per l’estrazione del sale (sì, archeologia industriale!), l’ecosistema faunistico i cui protagonisti indiscussi sono i fenicotteri rosa.

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Il Molentargius è un’area in parte del tutto accessibile e in parte protetta, quindi visitabile solo con visita guidata. Neanche a dirlo, è stata la visita che più ho amato. Non me ne vogliano le torri, i musei e nemmeno il mare, ma ho amato il silenzio lagunare, lo skyline di Cagliari e gli uccelli più affascinanti di tutti, in virtù di un colore, il rosa, che in genere non amo, ma che su di loro è fantastico.

Credo di essermi affezionata a Cagliari. Be’, è anche vero che nutro una predilezione spiccata per la Sardegna tutta. Tant’è, ho voglia di ritornarci. Quando una città fa questo effetto, vuol dire che ti ha “conversato” amabilmente con te per tanto tempo. Mi sa, però, che abbiamo ancora altro da dirci. A presto,

Bruna Athena

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